Finance
EMERGING COUNTRIES, RISING OPPORTUNITIES
Da settembre 2010 ad oggi i mercati azionari emergenti hanno accumulato un notevole ritardo rispetto a quelli sviluppati: mentre l’indice MSCI World ha fatto segnare un incremento del 72%, l’MSCI Emerging Market ha guadagnato poco più del 7%. Tale differenziale di performance è stata il frutto dei timori degli operatori, che delusi dai tassi di crescita economica in frenata, hanno a lungo trascurato gli investimenti nei mercati in via di sviluppo.
Le attuali condizioni macroeconomi sembrano tuttavia tornare a supportare i Paesi Emergenti. Il Fondo Monetario Internazionale stima infatti che nel triennio 2016-2018il differenziale dei tassi di crescita realitra economie emergenti e sviluppate tornerà a salire sensibilmente raggiungendo il +2.9% nel 2018.Tale miglioramento si basa sugli aggiustamenti effettuati nel corso dell’ultimo decennio da buona parte dei Paesi dell’area, fa leva sulla ripresa internazionale e sul buon andamento delle commodities e si alimenta di condizioni finanziarie (tassi bassi e dollaro debole in primis) estremamente favorevoli.
I mercati hanno già iniziato a scontare queste evoluzioni positive portando gli indici emergenti ad accumulare rendimenti superiori al 20% (in valuta locale) da inizio anno. Nonostante questa impetuosa ascesa, gli Emerging Markets continuanoperò ad apparire attraenti anche dal punto di vista delle valutazioni fondamentali: i rialzi dei prezzi sono infatti andati di pari passo con le revisioni della redditività, di fatto lasciando invariato,e a livelli storicamente contenuti, il rapporto tra valutazioni di mercato e utili prospettici (il così detto Forward Price Earning).
Lo scenario delineato, per quanto roseo, non è tuttavia esente da rischi.Oltre alla nota instabilità politica che caratterizza i Paesi dell’aggregato emergente esistono infatti fattori esogeni che potrebbero far rallentare la positiva tendenza in corso. Da un lato la normalizzazione dei bilanci delle principali Banche Centrali mondiali potrebbeimpattare in modo sensibile sul livello di liquidità disponibile danneggiando particolarmente i Paesi più bisognosi di flussi di capitali (Turchia, Sud Africa, etc) e dall’altro l’implementazione di politiche protezionistiche da parte degli Stati Uniti potrebbe danneggiaremolte economie dell’area emergente asiatica e sud americana.
Nel complesso i Paesi Emergenti sembrano quindi costituire ancora una buona opportunità di investimento, che merita di essere sfruttata con massima attenzione alla diversificazione e facendo possibilmente affidamentosu un gestore professionale.